Sarebbe stato brutto comunque, certo. Ma la figuraccia pesa tanto di più ora che, col cambio della guardia alla Casa Bianca, Washington ristabilirà verosimilmente i canali tradizionali, quelli tra la Nasa e l’Esa. Se infatti, in epoca trumpiana, si poteva anche scantonare dall’Agenzia europea dello spazio, giocando in proprio certe partite puntando sulla voglia del presidente tycoon di disarticolare l’Unione europea attraverso rapporti bilaterali coi singoli, è opinione comune che con Joe Biden si tornerà all’antico. E anche per questo, al Nazareno, la sconfitta rimediata nel risiko internazionale per la scelta del nuovo direttore generale dell’Esa sa di clamoroso. E non solo per la batosta nel gioco delle trattative più o meno indicibili, ma anche per gli scenari foschi che questa disfatta diplomatica prefigura per il comparto industriale, che da solo vale quasi l’1 per cento del pil. Per questo Dario Franeceschini, capodelegazione dem al governo, d’accordo col ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ha diramato l’ordine ai suoi: “Dobbiamo riprendere in mano il dossier aerospazio, tornare centrali. Alziamo la voce”.
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