Il M5s ridotto a un social network. Deputati, senatori e iscritti ridotti al ruolo di cavie per un esperimento di Rousseau. Arrivasse da un dissidente, non farebbe notizia. Ma se lo sfogo contro Davide Casaleggio, se la condanna contro l'ultima iniziativa del figlio padrone di Rousseau proviene dal capo politico del M5s, allora è evidente che un problema politico c'è. E infatti Vito Crimi, di buon mattino, prende il suo smartphone e scrive ai suoi colleghi senatori: "Per vostra info, tutto il sistema del Mi Fido e ogni altra iniziativa messa in campo ieri da Rousseau è una iniziativa autonoma e non concordata. La trovo scorretta nel metodo e nel merito". Lo fa, Crimi, per sedare una sommossa che rischia di mandare in frantumi la residua tenuta del gruppo. Ma la fa anche per mettere le mani avanti: ché lui, col blitz di Casaleggio, non c'entra niente. E semmai difende la bontà del suo lavoro, il capo politico: "Mentre ancora stiamo per votare se valorizzare il ruolo di attivista che si introduca un sistema che non valorizza nulla ma un mero likeficio".
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE