Toponomasticamente corretto
Bastardi con molta gloria
Il paese austriaco di Fucking decide di cambiare nome. Resiste in Umbria la piccola Bastardo. "Orgogliosi della nostra storia. Non ci imbastardiremo"
E’ davvero un paese di bastardi. “2400 abitanti, la frazione più popolosa di Giano dell’Umbria che ne conta circa 4000, luogo magico e di fatica”. Che cosa ci tocca sentire. In Austria, il piccolo villaggio di Fucking, siamo nelle prossimità di Salisburgo, non ce l’ha fatta. Gli insulti erano troppi. I furti? “Non parliamone. Si portano via tutta la nostra segnaletica stradale. Così non reggiamo” si è lamentato il loro sindaco.
Ecco allora la decisione di cambiare nome. Da “Fucking” a Fugging dal 1° gennaio 2021 che come capirete è un mezzo imbroglio, un mezzo cedimento alla pienezza delle parole. Diciamolo. Una bastardata. In Italia dove il sì suona e per fortuna la storia non si sequestra, c’è una frazione che va difesa dal toponomasticamente corretto. La notizia avrà ripercussioni? Si deciderà anche in Umbria di sostituire vocali e consonanti? Di alterare la “nascita”?
Il sindaco si chiama Manuel Petruccioli ed è stato eletto solamente l’anno scorso. Risponde al numero di telefono che viene indicato sul sito istituzionale. “Sono io il sindaco di Bastardo, di Giano dell’Umbria. Fieramente bastardo. In cosa posso esservi utile?”. La sintesi è breve anche perché la notizia circola sui social ed è stata lanciata dal Guardian. “Non sapevo nulla degli austriaci”. Caro sindaco, poco importa. Cosa farà, ma soprattutto come è questa vita da “bastardi”? “Ma è una vita bellissima. Qui a Bastardo siamo orgogliosi di avere questo nome. Loro lo cambiano? Ebbene sbagliano”. Problemi di immagine e poi furti. Una sua opinione. “Per me, commettono un errore. Alla fine il nome è la vera specialità”.
Non si tratta di una piccola frazione. E’ la frazione maggiore nella sua piccola densità. I numeri di Petruccioli: “Più della metà vive a Bastardo. È la più popolosa, il centro della vita di Giano dell’Umbria”. Facciamo un po’ di storia. Sono luoghi di carbone e miniere, centrali termoelettriche. E’ l’Italia “energica”. Bastardo si sviluppa negli anni Cinquanta proprio intorno alle miniere. Ma chi fu il primo dei bastardi? “Un oste. Era orfano e decise di chiamare la sua osteria, “l’osteria del Bastardo”.
Negli anni si è sviluppato un polo industriale, e poi case, insediamenti”. E mai una volta che la vita venisse turbata, assicura Petruccioli. “A dire la verità, ma ero ancora piccino, si racconta che vennero dei giornalisti Rai e ci fu una discussione intorno al nome. Erano loro che volevano farci cambiare non noi”. Le polemiche infatti non sono mai state autoctone. Il resto sono i caroselli degli automobilisti. “E’ ovvio che qui ci si ferma. Chi passa vuole fotografarsi”. Si vuole sentire un po’ bastardo.
“Eh sì. Ma mai nessuno ha rubato la segnaletica. Finisce in un sorriso. Ora che mi fate pensare qualcuno ha suggerito dei nuovi nomi”. Per Bastardo si è pensato che si dovesse individuare un nome legato al carbone. Delle piccole primarie e qualcuno ha avanzato “Lignite”. E voi avete naturalmente rifiutato? “Non ci è mai passato per la testa di passare a Lignite”. E il paese è così piccolo che si conoscono tutti e dunque “ci chiamiamo tutti per nome. Non cambieremo”. Qui l’unico rischio da non correre è solo “imbastardirsi”.
L'editoriale dell'elefantino