Il problema del commissario di governo in Calabria visto attraverso la sua busta paga. Perché sarebbe ora di rivedere la norma, nata dal pensiero unico anti casta, che impone un tetto allo stipendio dei dirigenti pubblici
E se il problema del commissario calabrese fosse anche legato alla presenza di uno stipendio ridicolo? Sui giornali del fine settimana, è capitato, a chi scrive, di leggere un articolo molto interessante dedicato a un tema sportivo solo apparentemente laterale. La storia è quella sollevata da Lewis Hamilton – pilota della Mercedes, pilota della Formula 1, neo campione del mondo dopo esserlo già stato nel 2008 con la McLaren e nel 2014, 2015, 2017, 2018 e 2019 sempre con la Mercedes, pilota più vincente della storia della Formula 1 – che giovedì scorso durante una conferenza stampa tenuta in Bahrein ha risposto a un giornalista su un tema molto dibattito quest’anno nel mondo dello sport: il tetto ai salari. Franz Tost, uno dei vertici dell’Alpha Tauri, una delle case automobilistiche che partecipano alla Formula 1, giorni fa ha suggerito di introdurre nel campionato automobilistico più importante del mondo un tetto salariale di dieci milioni di euro all’anno. E di fronte a questa prospettiva il pilota della Mercedes, che ha uno stipendio pari a 30 milioni di euro all’anno, ha risposto in modo sincero e intelligente: “Noi siamo le star delle corse. Ci sono dei tetti salariali ad esempio nella Nfl e nella Nba ma lì i campioni possono sfruttare al massimo la propria immagine. In Formula 1 invece il salario è nelle mani dei team.
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