Spetterebbe al ministro degli Esteri, a gennaio, sottoscrivere il nuovo trattato. Ecco perché l'ex capo grillino vorrebbe placare l'inutile cagnara dei suoi sul Fondo salva stati: "Tanto i numeri in Parlamento non ci sono". Ma la fronda sovranista del M5s è pronta a votare in dissenso
Qualcuno c’ha provato a squarciare il cielo di carta della propaganda. Quando i capigruppo di Camera e Senato, domenica, hanno riunito i parlamentari attesi dall’impegno dell’indomani, la verità indicibile è stata rivelata. “Ché l’urgenza di questa riforma del Mes sta nella creazione del backstop bancario”, ha spiegato il leader dei senatori del M5s, Ettore Licheri, che le materie europea le mastica. “E accogliendo questa richiesta della Germania, poi sarà più facile sbloccare lo stallo sul Recovery e sul bilancio”, ha aggiunto Sergio Battelli, presidente grillino della commissione Affari europei alla Camera. Insomma i più accorti lo sanno bene che ipotizzare fantomatici veti italiani in sede di Eurogruppo sulla riforma del Mes è pura velleità. E infatti in serata dall’Ecofin arriverà il via libera.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE