Roma. Un gigantesco cubo di Rubik, un dibattito pubblico viziato che in questi mesi si è solamente soffermato sul denaro, sulle cifre, sulla necessità di spendere ma mai su come spendere. “E dunque temo il tiro al piccione nei confronti degli esperti che dovranno definire i progetti, così come è avvenuto con la commissione Colao, di cui pure io ho fatto parte. Un tiro al bersaglio verso quelle strutture che saranno chiamate a decidere e valutare le proposte del Next Generation Eu”. Dice che il Recovery fund “non esiste” e che dobbiamo imparare a chiamarlo con il suo vero nome (Next Generation Ue) per ricordare che sono fondi destinati alle nuove generazioni e che Recovery and resilience facilty è uno strumento creato dall’Europa anche per prepararsi ai prossimi choc. “Il senso è questo: la prossima volta non dovete chiederci soldi”. Lo spiega in questa conversazione con il Foglio, Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro, già presidente dell’Istat, portavoce dell’ASviS, docente. Era un possibile premier.
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