Lo scontro tra Marcucci e Franceschini spinge i senatori in difesa del loro presidente. E anche alla Camera i deputati insorgono. C'è di mezzo il divieto di spostamento tra comuni, ma anche la politica. La rabbia dem contro Conte. Ma Palazzo Chigi e il Nazareno non indietreggiano
I gruppi parlamentari del Pd pressano. Il governo, e il Nazareno, non indietreggiano. E' una questione di merito, certo. Perché impedire gli spostamenti tra comuni, in quelle zone d'Italia (e sono tante) dove tra un municipio e l'altro ci sono appena una manciata di chilometri e qualche migliaio, se non centinaio, di persone, appare in effetti discutibile. Per alcuni perfino discriminatorio. E poi lascerebbe alla destra di Salvini e Meloni la comoda possibilità per ergersi a difensori dei diritti violati dello Strapaese, di quell'Italia di provincia lontana dalle grandi città. E però, se 25 senatori e altrettanti deputati hanno deciso di partecipare a una mezza sommossa interna, non è solo per questioni di metodo. C'è che dietro c'è anche la voglia, da parte di un'ampia componente dei gruppi dem, di ottenere maggiore ascolto e considerazione dal governo: da Giuseppe Conte e anche da Dario Franceschini, che del partito è il capodelegazione nell'esecutivo.
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