E’ tarda sera a Montecitorio, il sole è appena calato sul giovedì più difficile per Giuseppe Conte e la maggioranza, quando i cellulari dei deputati di Fratelli d’Italia trillano all’unisono. E’ un messaggio del capo, anzi della “capa”, come la chiamano loro. “La Lega è come sempre infida. Ma noi siamo stati bravi”. Firmato: G., cioè Giorgia. Pochi minuti prima, mentre il centrodestra s’era organizzato per contestare il governo, s’era alzato in piedi a parlare il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari. “Chiedo ai colleghi del Pd, che sono figli di una cultura che ha contribuito a scrivere la nostra Costituzione, di tirare fuori la testa”, dice Molinari. “Fate qualcosa!”, aggiunge. “Lo sapete anche voi che i 5 stelle stanno facendo a pezzi la Costituzione”. E ancora: “Uomini di sinistra, socialisti, democratici… fate qualcosa. Fermateli. Per favore”. Meloni ascolta. S’irrigidisce. E subito suggerisce al suo capogruppo, Francesco Lollobrigida, di rimproverare Molinari nel suo intervento. Cosa che Lollobrigida fa nelle prime battute del suo discorso (“bravo Lollo gliele hai cantate”). Poi Giorgia manda a tutti i suoi deputati quel messaggio. “La Lega è come sempre infida”. Messaggio che in qualche modo, sotto forma di umore, carambola poco più in là. Fino ai banchi della Lega.
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