Lo scorrettismo della destra di questi anni si sgonfierà da solo, ma c’è anche un’altra violenza censoria pericolosa. Perché vuole ripulire e manipolare il linguaggio, togliere la parola, condannare al silenzio
Ci voleva un’orgia gay per far crollare il sovranismo, si potrebbe dire parafrasando un titolo del Foglio che fece un certo scalpore e che oggi non verrebbe più ammesso. E’ bastata la fuga sui tetti di di József Szájer, eurodeputato orbaniano difensore dei valori tradizionali e nemico delle idee e persone Lgbtq (omofobo, nel neo linguaggio) per mettere in mutande lo scorrettismo della destra che ha dominato questi anni, provando a richiudere le società aperte. O anche senza mutande. Dopo che Steve Bannon è inciampato negli schiavettoni. Dopo le nebbie padane che stanno inghiottendo i rumori gutturali di Salvini. Dopo la rovinosa uscita di scena di Trump. Dopo la tintura dei capelli colata come una sconfitta sul volto di Rudy Giuliani. Festa da celebrare a metà, e con juicio. Ma l’attenuarsi della minaccia permette di rivolgersi a combattere, ancora una volta a mani nude, contro una minaccia speculare, e forse più feroce perché anziché i ferrivecchi di miti del passato (Dio patria e famiglia) ha in pugno le armi del mercato delle idee, la maggioranza di azionariato dei media, molta parte dei social e dell’accademia. Il fascismo di sinistra.
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