Il premier, accerchiato in Parlamento, decide di concedere modifiche sulla governance del Recovery e sulle strette durante le festività. Ma la retromarcia precipitosa rischia di scontentare Franceschini e Orlando. I mugugni di Di Maio. Zinga fa sponda con Renzi, che esulta
Che la resistenza a oltranza stia iniziando a cedere lo si capisce a ora di pranzo. E appare subito chiaro, dalla confusione in cui matura, che il contrordine sia stato dato in modo un poco scomposto. Perché ai cronisti che s’informano con lo staff del premier, viene dapprima detto che no, di allentare le strette nei giorni di festa tra Natale e Capodanno non se ne parla neppure (“E che, ce lo rimangiamo?”), salvo poi certificare il ripensamento mezz’ora più tardi. Del resto Giuseppe Conte, che nel frattempo è a Bruxelles a districarsi tra Merkel e Orbán, sa che la strettoia parlamentare rischierebbe comunque di obbligarlo alla resa nel giro di qualche giorno.
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