PASSEGGIATE ROMANE
Perché il Pd ce l'ha con Renzi. E insiste sul voto in caso di crisi
Il modello Draghi: al Nazareno vedono l'ipotesi come fumo negli occhi. E secondo Pd romano Calenda ci conta per tornare ministro
Non è la solita tattica. E non è nemmeno un modo per mettere paura a Matteo Renzi: nel Pd sono fermamente convinti che con l’apertura di una crisi di governo lo sbocco più probabile sia quello delle elezioni. “Se si rompe sarà difficile ricomporre i cocci. Molto difficile. Le vie della politica sono più forti anche delle ambizioni personali di tanti deputati e senatori che sperano di rimanere al loro posto”, è il ragionamento che si sente fare in questi giorni al Nazareno. E sembra funzionare dal momento che da Italia viva provengono segnali più distensivi in vista del vertice di oggi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sempre ai piani alti del Nazareno sono abbastanza infastiditi, per usare un eufemismo, dal fatto che dalle parti di Italia viva, in questa surreale verifica di governo, gli esponenti del partito di Renzi parlino a nome del Pd. “Se dobbiamo dire qualcosa a Conte lo facciamo noi, non abbiamo bisogno di interpreti”, dicono al Nazareno. E al Pd continuano a non escludere il rimpasto di governo. La possibilità o meno di praticarlo è legata a Roberto Fico. Se il presidente della Camera, alla fine, deciderà di candidarsi a Napoli si libera una poltrona che sembra ritagliata apposta per un esponente del Pd più che istituzionale come Dario Franceschini.
Tra i dem sono in molti a sostenere che i ripetuti attacchi di Matteo Renzi a Giuseppe Conte hanno finito per rafforzare il premier. La cosa non fa certo piacere al Pd. Infatti il Partito democratico versione Zingaretti è tutt’altro che soddisfatto del premier. Difficile quindi che, in caso di elezioni, i dem vadano allo scontro con il centrodestra portando Conte come candidato premier. “Può fare una sua lista, quella sì che sarebbe utile, quanto alla premiership è un’altra storia”, spiega un autorevole esponente del Partito democratico. Carlo Calenda ha annunciato che presenterà il suo programma per la candidatura a sindaco di Roma a febbraio. E sempre in quel mese comincerà i suoi comizi elettorali. Perché proprio febbraio? Al Pd romano hanno una spiegazione: “Lui spera che a gennaio Renzi faccia cadere Conte e che arrivi Draghi, così lui può tornare a fare il ministro”. E a proposito del governo Draghi di cui tanto si sente parlare: sono in molti i dem che vedono questa ipotesi come il fumo negli occhi. Per loro sarebbe una sorta di Monti due che finirebbe per riportare Matteo Salvini al centro della scena.