"L'intelligence è un patrimonio del paese, non l'asset di una parte", dice l'ex ministro del Pd. "Serve un Recovery plan per la Libia e sanzioni comunitarie sul caso Regeni". I pescatori libici? "Haftar ha ottenuto quel che voleva"
Alla polemica contingente non è che si sottrae: e infatti sul finire della conversazione, cedendo all’insistenza di chi vuole trascinarlo nel pantano, dirà che “i servizi segreti sono un asset strategico del paese, non uno scudo politico che qualcuno possa usare per rafforzare la propria posizione nella contesa interna”. E’ piuttosto che, forse in ossequio a un’antica consuetudine di quella scuola comunista dentro cui s’è formato, alle baruffe di casa nostra vuole arrivarci dopo aver riflettuto su questioni più ampie. “Se mi è concesso - dice il deputato del Pd, già ministro dell’Interno - partirei da due questioni che solo apparentemente sembrano più lontane dai nostri interessi”. E dunque, onorevole Marco Minniti, da dov’è che partiamo? “Dalla vittoria di Joe Biden, un franco successo riformista negli Stati uniti, e da come questo evento possa avere ripercussioni sul Mediterraneo, un mare che è sempre meno nostrum e che proprio per questo diventa cruciale per gli assetti geopolitici italiani ed europei, e in certa misura dell’intero pianeta”.
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