Continuando così, il suo piccolo ambizioso partito di propulsione riformista non si schioda da un consenso irrisorio. La giravolta possibile è il voto anticipato in regime di pandemia. Scenari di un azzardo
Non sottovaluterei Renzi in atto di mordere. La prima possibilità è che faccia il suo mestiere, come avviene nelle repubbliche parlamentari, e voglia dare valore al suo potere di coalizione (senza i suoi voti il governo non ha la maggioranza). Può avere obiettivi minori, per esempio un accordo di programma nuovo, con nuove personalità a lui più affini per l’amministrazione meno esclusiva (Conte + Gualtieri) del Recovery Fund. Oppure può cercare di forzare un rimpasto, sapendo che è difficile sostituire Conte come punto di equilibrio ma è possibile metterlo in discussione e condizionarlo con un nuovo esecutivo (i vice eccetera). In questo quadro all’ex presidente del Consiglio, che pare alla ricerca di una postazione politica utile e durevole, come la carica, si dice, di segretario generale della Nato, potrebbe servire un passaggio istituzionale personale (ministero della Difesa). Niente di scandaloso o di impalatabile. Sembra tutto ordinaria procedura in situazione straordinaria. C’è però un particolare a suo modo diabolico da considerare. Che cosa dà a Renzi la spinta o la forza per far valere le sue ragioni, partendo da una condizione minoritaria nei sondaggi e di notevole isolamento nella maggioranza che contribuì a fondare con la sua manovra anti Salvini del tempo del Papeete?
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