Sarebbe davvero un male se alla fine dei conti, e alla fine della crisi di governo, fosse l’agenda Renzi a rimettere un po’ di ordine tra i cocci del paese? La settimana che si apre sarà cruciale per capire quale sarà il destino della legislatura e per quanto ci si possa appassionare in modo sincero ai temi economici, sanitari e culturali che si trovano dietro i battibecchi tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte non c’è modo migliore per provare a capire il futuro del governo – e per provare a capire la ragione per cui Renzi ha in pugno la legislatura – che andare a studiare la psicologia dei protagonisti della prima grande partita a scacchi del nuovo anno politico. Matteo Renzi lo dice ormai da giorni e lo ripete in privato a ogni occasione e con ogni interlocutore. Per lui questo governo è finito, per lui il BisConte non ha futuro e dopo la scelta fatta dal presidente del Consiglio di annunciare un confronto in Parlamento per verificare se vi sia o meno una maggioranza ancora a sostegno di questo governo è probabile che questa settimana avvenga quello che in molti fino a qualche giorno fa consideravano improbabile: Renzi che ritira i suoi ministri dal governo e Renzi che dà l’avvio ufficiale alla crisi.
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