La Azzolina colpita dal fuoco amico: "E' un'imboscata". La riunione dei veleni. Il viceministro Buffagni: "Non possiamo andare avanti così". Di Maio mischia le carte e schiera i suoi a difesa del premier, ma anche contro. Nel gioco al logoramento di Giuseppi, il caos grillino è l'alleato migliore di Renzi
Confidandosi coi suoi collaboratori, alla fine lo sfogo se l’è lasciato scappare, Lucia Azzolina. “E’ stata un’imboscata”, ha detto la ministra dell’Istruzione. Si riferiva al Pd, e a quanto era appena avvenuto in Consiglio dei ministri. Dove, stravolgendo l’ordine dei lavori concordato, Dario Franceschini era arrivato paventando la minaccia che arrivava dalla regione Lazio. Regione amica, si direbbe, se la categoria dell’amicizia avesse un valore, in politica. “Se noi confermiamo la riapertura del sette gennaio, Zingaretti è pronto a emanare un’ordinanza per rimandare almeno a metà gennaio il ritorno in classe nelle superiori”. E tanto bastava per innescare una baruffa che s’è trascinata per un paio d’ore, fino a una mediazione un po’ raffazzonata (riapertura l’11 gennaio, salvo riacutizzarsi dei contagi) che valeva comunque a confermare la Azzolina nel suo sospetto: che il Pd, cioè, stia usando la trattativa sulle scuole solo per rosolare la titolare di Viale Trastevere, e riprendersi quel ministero che al Nazareno considerano “roba loro” nel rimpastone che verrà.
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