in cinque minuti

Che cosa sperano di ottenere i partiti dalla crisi di governo

Mosse e obiettivi del M5s, del Pd e di Italia viva. E poi c'è il premier, che ha la sua strategia

Gli intenti delle tre forze politiche che sostengono Conte, i dubbi e i rischi di questa crisi. Perché il ritorno alle urne potrebbe essere poco probabile. Il punto, in breve

I tre partiti che sostengono il governo guidato da Giuseppe Conte hanno obiettivi diversi da questa crisi. Per quanto riguarda Italia viva, il partito di Matteo Renzi, l'ex premier vuole che Conte si dimetta, salga al Colle e solo dopo darà via libera a un nuovo governo, il Conte ter. Nel merito vuole stravolgere la governance del Recovery, chiede che la delega ai servizi segreti non sia più in capo a palazzo Chigi e vuole anche che sia rivista la squadra di governo. I maligni dicono che potrebbe spingere per un altro premier, una mossa azzardatissima ma che da lui ci si può anche aspettare.

  

Il Pd vuole che Conte dia una svolta al governo, apre quindi a un rimpasto e a una gestione collegiale ma non vuole prescindere da Conte. Da una parte quindi il segretario dem Nicola Zingaretti usa Renzi per scuotere l'albero del governo, ma dall'altra non vuole che qualcuno seghi il ramo sul quale l'esecutivo è seduto.

  

Il M5s è il vero enigma: dal 2018 a oggi ha cambiato pelle molte volte. Intanto ha perso 50 rappresentanti e poi – in seguito alle dimissioni di Di Maio – ha un capo politico reggente, Vito Crimi. Nelle dichiarazioni formali il M5s difende Conte. Di Maio, che ha imparato l'arte democristiana di tacere e trattare, ha detto che il paese non può permettersi di tornare al voto, come minaccia il Pd in caso di caduta del governo. Allo stesso tempo però, l'ex capo politico del M65s e ministro dgli Esteri nel governo Conte non difende apertamente il premier dagli attacchi di Renzi. Il M5s, maggioranza in Parlamento ma non più nel paese, almeno stando ai sondaggi, ha una posizione duplice e in caso ci fosse un rimpasto le due anime si darebbero sicuramente battaglia.

 

E poi c'è il premier. Conte ha capito il rischio che viene da Renzi ma ha capito anche che un ritorno alle urne è molto complicato, per la pandemia e perché il Parlamento non vuole: al prossimo giro infatti ci sarà un terzo di parlamentari in meno e chi è seduto in aula non ha la minima intenzione di tornare a casa. Quindi, forte di ciò, Conte cerca di trattare e venire in contro alle richieste di Renzi. C'è stato un passo in avanti sulla governance del Recovery, ci sarà anche su un possibile rimpasto, ancora tergiversa sulla delega ai servizi ma di dimettersi per provare un Conte ter non ci sta: teme ci sia un agguato in vista. Per questo ancora Conte aspetta, è attraversato da dubbi. Ultima idea è ripetere lo showdown, il discorso che fece contro Matteo Salvini nel 2019. Questa volta sarebbe contro un altro Matteo: Matteo Renzi.

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