Una giornata di riunioni, tra l'ansia di Conte e la psicosi del M5s. Bruxelles monitora, Gentiloni sbuffa, ma prima di sabato si tratterà a oltranza. E intanto nelle nuove bozze spunta anche una proposta di Mes. I grillini in subbuglio: "Per noi è irricevibile". La guerra di nervi tra il premier e il senatore di Scandicci
Il problema, in fin dei conti, è sempre quello: il tempo. Perché, se è vero che l’attesa della crisi è essa stessa crisi, e se i rinvii e i rimandi e il temporeggiare finanche esasperato fanno parte da sempre dell’armamentario della politica quando infuria la bufera, è però evidente che sulla partita più importante intorno a cui questa estenuante verifica di governo si consuma, e cioè il Recovery plan, il tempo è proprio quello che l’Italia non potrebbe, né dovrebbe, permettersi. E non è un caso, allora, se anche Paolo Gentiloni, da molti consultato in privato, ha trovato il modo, con la laconica pacatezza che si confà al suo ruolo, di lanciare il suo allarme.
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