Se perfino uno come il senatore Danilo Toninelli, grillino d’ebano, dice che “con i colleghi di Italia viva nelle commissioni si lavora bene” si capisce come tutto sia in movimento. A caso. Ma a tutti i livelli. Tra i ministri M5s, il più attivo per soffice indole, è Vincenzo Spadafora, che apparecchiò il salotto di casa sua con pizza scrocchiarella e vino bianco a Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio: nacque così il Conte bis. Solo che adesso i senatori costruttori non si accontentano degli aperitivi. Sicché Lorenzo Cesa, che nel carnet porta in dote tre fondamentali voti udiccini, dopo aver rifiutato il ministero della Famiglia ieri sera rilanciava: vogliamo il Conte Ter. La sottile differenza tra costruttori di boschi verticali e palazzinari. Poteva mancare poi l’italo-argentino Riccardo Merlo? “Eccomi, sono il centravanti del governo”.
Il sottosegretario del Maie dice che “è dura ma conta di farcela”: ieri il suo gruppo ha toccato quota cinque, sempre dal Misto è arrivato Maurizio Buccarella, espulso dal M5s perché, come ebbe a confessare, “3 mila euro al mese non mi bastano per fare il parlamentare”.
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