L'età già molto avanzata non ha impedito negli anni, anche recentissimi, a Emanuele Macaluso di leggere l'attualità con una lucidità rara. Ragion per cui che fosse sul destino della sinistra o sulle pieghe prese dalla politica politicante, l'ex dirigente del Partito comunista, morto nella notte a 96 anni, è stato un interlocutore privilegiato cui chiedere alcune chiavi d'interpretazione, mai banali. Anche se, come aveva confessato a David Allegranti nell'ultima intervista rilasciata al Foglio all'inizio di dicembre, " la politica in questo periodo mi sembra così squallida che è difficile seguirla". E forse bastava rileggere le sue parole per capire come da lì a poco sarebbe evoluta la crisi che adesso si è spostata nelle aule parlamentari. Disse, infatti, che "Renzi si agita per testimoniare che è ancora vivo politicamente. Ma politicamente è morto. Gli auguro una lunga vita, naturalmente, ma in politica non esiste, non c’è più". Così come non ebbe remore nel definire Conte "un presidente del Consiglio senza un retroterra politico. Era avvocato fino a due anni fa. Essendo senza retroterra politico, si arrangia. Il problema non è lui. Alla politica manca la battaglia, senza la quale la politica non è politica. Se non c’è battaglia politica, con obiettivi che vengono posti al popolo, non esiste più la politica. Quali sono oggi gli obiettivi di fondo per trasformare questa società misera che abbiamo?".
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