“Maggioranza larga? Perché no, parliamone". Parla Garavaglia (Lega)
"I leader di partito devono sedersi subito insieme. Serve un governo forte e coeso”, dice il deputato del Carroccio
“Il premier Conte non ha una maggioranza né politica né numerica. Serve un governo forte e coeso, non possiamo andare avanti così”, a parlare è il deputato della Lega Massimo Garavaglia, già viceministro dell’Economia, che di numeri si intende. “Non è dignitoso, non è accettabile. Il premier Conte non può pensare di risolvere il problema con la caccia ai voltagabbana o aggrappandosi a un senatore a vita. Il presidente del Consiglio ha nel dna il rinvio come soluzione dei problemi ma stavolta non funziona”. Lei quali alternative vede? Un governo di unità nazionale o il voto anticipato? “Non spetta a me dirlo ma è chiaro che attraversiamo una fase storica eccezionale, serve senso di responsabilità da parte di tutti. Il momento delle elezioni lo decide il presidente della Repubblica, è una sua prerogativa, soltanto lui può valutare se sussistano o meno le condizioni per decretare la fine della legislatura”.
La Lega, per bocca del segretario Matteo Salvini, si è detta disponibile a valutare governi “super partes”, guidati da personalità del calibro di Mario Draghi. “Draghi è un nome eccellente, ha una storia di tutto rispetto e presto o tardi potrà tornare a fare molto per il proprio paese. Intanto, in assenza di elezioni anticipate, toccherà individuare una soluzione che non può essere il governo attuale. Una maggioranza larga? Perché no, parliamone. I leader di partito, mai come in questa fase, devono sedersi insieme e ragionare su come uscire dal pantano per ricostruire il paese”. Insomma, 156 voti al Senato non sono sufficienti. “Certo che no, non bastano neanche per l’ordinaria amministrazione. Nel gennaio del 2008 il governo Prodi ottenne in aula esattamente lo stesso numero di consensi e di lì a qualche mese cadde”. L’Italia del 2008 non era quella del 2021. “Oggigiorno affrontiamo la più grave recessione economica dal secondo dopoguerra, bisogna agire con immediatezza. Le aziende hanno bisogno di essere ricapitalizzate per almeno 175 miliardi. Esiste un fondo di Cassa depositi e prestiti, di 40 miliardi, a ciò dedicato ma non se n’è fatto nulla. Che cosa aspettano? Il governo non riesce a mettere a terra neanche le misure già approvate. Per la ricostruzione serve un governo autorevole, capace di decidere”. Il rischio è che l’Italia, tra ritardi e incertezze, perda il treno di NextGenerationEU. “Questa volta l’Europa mette a disposizione ingenti risorse ma sul Recovery fund siamo nel campo delle cento pertiche, come si dice a Milano. Siamo nel caos totale. Conte ha detto che avrebbe coinvolto il Parlamento ma qui non è arrivato nulla. Nel frattempo la bozza del Piano nazionale è stata bocciata da autorevoli fonti europee nonché da Confindustria che, per bocca del presidente Carlo Bonomi, ne ha evidenziato i limiti e l’assenza di strategia. Sarà tutto da rifare”. Il premier Conte punta ad allargare la maggioranza, magari con un gruppo che sia il bozzolo del futuro partito contiano. “E’ assurdo e indecente. Davvero il premier pensa di potersi prendere altri quindici giorni per reclutare gente che vive sugli alberi? Un conto sono i voti politici espressi da un partito che aderisce al tuo programma e perciò ti sostiene, altro è raggranellare voti qua e di là con una caccia alle anime perse che cercano soltanto di garantirsi la propria sopravvivenza politica. Nessuno vuole andare al voto, tutti vogliono tenersi la poltrona. Questo non è dignitoso, soprattutto nel corso di una legislatura che ha visto numerosi cambi di casacca. Serve una soluzione di alto profilo, l’Italia non può affondare nell’incertezza”.