Con l’euforia di chi è scampato a un naufragio, Giuseppe Conte si sveglia, dopo la grande paura del Senato, senza occhiaie. Ma in mare aperto. Convinto che quel 156 sia solo la “base di partenza”, sicuro che i senatori cadranno ai suoi piedi appena vedranno la sua foto profilo su WhatsApp (Jf Kennedy) accompagnata dal messaggio “vorrei parlarle”. Il tutto senza bisogno di varare un nuovo governo. Senza dimissioni o Conte Ter. “D’altronde”, dice per esorcizzare le paure “non possiamo bloccare la macchina”. Gli serve tempo. Poco. Una decina di giorni. Come ripete al Capo dello stato cui va a far visita al termine di una giornata iniziata bene, ma terminata tra le nebbie dell’incertezza: “Ma cosa farà l’Udc?”.
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