Chiuso il capitolo del voto di fiducia, il Partito democratico dovrebbe interrogare sé stesso: che ruolo ha giocato durante la crisi di governo? Che posizione ha espresso? In quale modo pensa di condizionare l’azione dell’esecutivo? Purtroppo, nessuna di queste domande al momento può trovare una risposta soddisfacente o anche solo chiara. Il Pd si è auto-assegnato la funzione di guardiano della stabilità e del collocamento europeo dell’Italia, ma fatica ad andare oltre. Dovrebbe, invece, sparigliare: lasciarsi alle spalle la persona di Matteo Renzi non equivale necessariamente a lasciarsi alle spalle i temi che egli ha posto. Anche perché, come molti parlamentari dem confessano gli uni agli altri, l’ex segretario aveva, nella sostanza, ragione.
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