La crisi di governo

Conte (e Crimi) sbattono la porta in faccia a Renzi: "Mai più con noi"

Va a vuoto l'appello di Italia viva per provare a trovare un dialogo con la maggioranza. Il capo grillino: Matteo è inaffidabile

Simone Canettieri

La posizione di Palazzo Chigi è netta. Anche il M5s non ne vuol sapere di provare un'intesa con il partito dell'ex rottamatore

"Mai". O meglio: "Mai più".  Nel giorno in cui i parlamentari di Italia viva mandano una nota firmata da tutti i deputati e i senatori per riaprire un dialogo con la maggioranza, da Palazzo Chigi filtra una risposta netta a Matteo Renzi: "Mai più con noi". Una porta in faccia. E senza mediazioni. 

 

In questo venerdì di crisi, Conte ha lanciato comunque il messaggio di pensare al futuro del paese lavorando al Recovery. In mattina ha incontrato infatti le parti sociali. Il premier aprendo l'incontro con i sindacati ha detto: “Oggi inizia il confronto con le parti sociali. Un confronto che vogliamo intenso e costruttivo. Abbiamo una versione aggiornata, oggettivamente migliorata, del Piano. Questo Piano deve servirci a liberare il potenziale di crescita dell’economia, a dare impulso alla produttività e all’occupazione. E lo dobbiamo fare aumentando la capacità del nostro Paese di affrontare queste sfide e le trasformazioni in atto che riguardano anche le modalità organizzative del mondo del lavoro, rafforzando al contempo anche la coesione sociale”.

   

Ma è la situazione politica a tener banco. Sulla linea di Conte della chiusura totale a Renzi (ma attenzione non ai parlamentari che intenderanno andar via da Iv) ci si precipita anche Vito Crimi, capo politico dei grillini: "Leggiamo dichiarazioni e interviste di esponenti politici ancora convinti che ci sia spazio per ricucire con Renzi. Questo nonostante le mie e le nostre affermazioni nei giorni precedenti siano state chiarissime in tal senso. Allora lo ribadisco, a scanso di ogni equivoco: per il Movimento non ci sono margini per ricucire con Renzi, la porta è definitivamente chiusa". Conclude Crimi: "Non torneremo con chi è inaffidabile fino a questo punto: con chi si è reso responsabile di una crisi in un momento tanto drammatico per il Paese".

 

E il Pd? Che domande è diviso al suo interno. 

 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.