"Con questi numeri è complicato anche solo gestire l'ordinario, figuriamoci lo straordinario". Per il capogruppo del Pd alla Camera "le forze europeiste, liberali, popolari devono organizzarsi in un gruppo parlamentare"
“Con questi numeri, per questo lavoriamo a un allargamento vero, è complicato anche solo gestire l’ordinario, figuriamoci lo straordinario”, dice al Foglio Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, sinceramente preoccupato per la piega della crisi politica. L’uscita di scena di Italia viva pone problemi che non si possono risolvere con i Ciampolillo: “Serve un progetto strutturato. Le forze europeiste, liberali, popolari, alle quali si è rivolto legittimamente il presidente del Consiglio Conte devono organizzarsi in un gruppo parlamentare. Altrimenti non riusciremo a fare un patto di legislatura che abbia obiettivi precisi”. Anche perché la crisi politica, dice Delrio, “ha interrotto un percorso di cambiamento che avevano intrapreso, tutti insieme, i partiti della maggioranza. Il Pd mirava al rilancio dell’azione riformista. Laddove per riformista non si intende una parola vuota, una formula politicista. Significa ridare forma alle questioni strutturali in cui il nostro paese è più debole. Per dire, il funzionamento della Pa che non si risolve commissariando tutto; una riforma fiscale, per un fisco più giusto dove tutti pagano le tasse ma meno; una riforma della giustizia”.
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