Crisi o non crisi, la resilienza dell’Italia passa prima di tutto da qui: dalla capacità non solo di scrivere un Recovery ambizioso (la strada è ancora lunga) ma di far arrivare sulle scrivanie degli italiani, e non solo quelli più a rischio, lo stesso bigliettino ricevuto dal collega tedesco del professor Giavazzi: l'ora e il luogo del vaccino, anche per i più giovani
L’Italia, si sa, è un paese abituato a scommettere contro se stesso e la stagione della pandemia, se possibile, ha contribuito a evidenziare la tendenza inesorabile del polemista collettivo a trasformare ogni problema in un allarme, ogni guaio in un’emergenza e ogni difficoltà, magari passeggera, in un cedimento strutturale del nostro paese. Il ribassista italiano, la più pericolosa tra le varianti del polemista collettivo, è convinto da mesi che l’Italia sia un paese destinato a finire in malora e anche di fronte a questa crisi di governo, da giorni, è lì che ti sussurra nell’orecchio i più temibili tra gli scenari apocalittici: vedrai che l’Italia non saprà vaccinare i suoi cittadini, vedrai che la crisi di governo farà salire lo spread, vedrai che la lentezza sul Recovery plan farà agitare i mercati, vedrai che l’inconcludenza del governo sulla messa a terra dei fondi europei ci farà buttare nello sciacquone i molti miliardi che l’Europa ha stanziato per il progetto di resilienza del nostro paese.
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