Le dimissione di Conte e l'avvitarsi della situazione politica sono tutto un fermento che coinvolge solo il Pd e il M5s. Il centrodestra resta immobile, senza proposte, senza alternative. E la ragione è nella competizione tra la Lega e Giorgia Meloni
Montecitorio, ore 15. C’è la crisi, ma è un fermento che coinvolge solo il Pd e il M5s. Nei corridoi semideserti ogni tanto si sente urlare qualche peone grillino. “Doveva passare con noi!”. In sella al verbo nessun soggetto. Debora Serracchiani, vicepresidente del Pd, si avvicina al leghista Edoardo Rixi. “Sta andando tutto in malora”. Rixi la guarda con pacifica curiosità, come sulla spiaggia si può guardare un signore con la cravatta. La crisi non lo riguarda. Non riguarda la Lega. “Se Conte ha i numeri, buon per lui”. Salvini ha convinto Berlusconi. Il Cavaliere insisteva per una mossa. La proposta di un governo di unità nazionale. Ma Salvini niente. Fermo. Immobile. Come uno che sulla spiaggia guarda il signore con la cravatta.
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