Nessun veto al leader di Iv ma garanzia di un Conte ter: questa sarebbe la linea di Crimi al Colle. Ma nel solito caos a cinque stelle, i gruppi parlamentari esplodono: "Renzi è un baro", "è deplorevole". "Mai con Renzi". E poi l'interrogazione grillina sul viaggio in Arabia del leader di Iv. Ora la riconciliazione si fa difficile
Dovrebbe essere il giorno della ragionevolezza. La politica imporrebbe questo. Ed è per questo che sin da ieri sera, da quando Matteo Renzi ha pronunciato il suo anatema a metà su Giuseppe Conte, i dirigenti del Pd hanno iniziato a catechizzare i colleghi del M5s: "Lasciate perdere le provocazioni, non badateci. Voi al Colle dovrete riaprire a Italia viva, dovrete dire che non c'è alcun veto su Renzi: solo così si blinda il Conte ter e si costringe Matteo a starci". Il più alacre di tutti, in quest'opera di persuasione, manco a dirlo è Dario Franceschini: pontiere di professione, auscultatore allenato dei malumori interni al corpaccione grillino,s'è messo a telefono con quasi tutti i ministri grillini, con lo stesso premer Giuseppe Conte (a cui aveva del resto chiesto a lungo, ottenendo credito solo in extremis, di chiamare Renzi prima del suo colloquio con Sergio Mattarella).
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