Mentre alla Camera si consuma una mezza pantomima sul programma, la trattativa reale ruota intorno ai dubbi del leader di Iv. "Se non c'è una svolta reale, come possiamo accettare?". I dubbi di Mattarella sull'esplorazione di Fico, l'ipotesi di una "resurrezione" del governo dimissionario. E nel Pd volano stracci
Quando nel tardo pomeriggio Davide Faraone si allontana un attimo dal tavolo per aggiornare i suoi colleghi sullo stato del confronto, si capisce subito che non è lì che bisogna guardare, alle riunioni in corso a Montecitorio, per capire come procede la trattativa. “Abbiamo ottenuto un’apertura sulla revisione del reddito di cittadinanza e sull’ampliamento politiche attive del lavoro”, prova a esultare il capogruppo dei renziani al Senato. Subito fermato, però, dalla perplessità dei suoi. “Ma almeno Parisi e Tridico saltano?”, si chiedono i parlamentari di Iv. E Faraone: “Abbiamo chiesto seri interventi su Inps e Anpal, ma M5s non molla”. E lo stesso stallo si registrerà di lì a poco su molti degli altri temi toccati: dalla scuola alla campagna vaccinale. Perfino sul Mes, dopo tanta strada si ritorna al solito punto: con la Boschi che chiede di capire le regioni della contrarietà del M5s, spalleggiata in questo suo incalzare dai dem Delrio e Marcucci, e i grillini Crippa e Licheri che suonano la solita litania: “Per noi il Mes non è un’opzione praticabile”.
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