Nessuna traccia sui social, la reputazione di "problem solver", la partita a scacchi che ora si chiama Italia. E una moglie rivendicata, anziché usata come scudo per sfuggire da Catanzaro
Mario Draghi gioca a golf. E questo conforta e rafforza l’immagine di uomo dell’establishment, dell’élite, della finanza, delle banche centrali e accentratrici, che fa dire a santi poeti navigatori: lui no, mai. Purtroppo i poeti eccetera non leggono John Updike, e quindi non sanno che “il corpo umano, affrontando le avventure di una partita a golf, sperimenta un’inebriante relatività: ci si sente immersi in rapporto alla pallina, e minuscoli in rapporto al campo”. I 209 miliardi di euro del Recovery sono la medesima avventura, e allora benedetto sia, in Draghi, il golfista. E anche lo scacchista. Perché Draghi gioca pure a scacchi, online, da profili anonimi. Gli scacchi sono un gioco socialista, però non del socialismo cui si rifà lui, che dello scacchista socialista ha la silenziosa fantasia e naturalmente la fermezza.
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