Salvini scarica il salvinismo e svolta con Draghi. Il discorso integrale
Pubblichiamo l’intervento di Matteo Salvini al termine delle consultazioni del presidente incaricato Mario Draghi con la delegazione leghista, sabato scorso alla Camera
E’ stata una mezz’ora di confronto interessante e stimolante sui temi concreti e su un’idea di Italia che per diversi aspetti coincide. Siamo contenti che al centro ci sia stato il tema dello sviluppo, delle imprese, della crescita, dei cantieri, Che è esattamente quello di cui ha bisogno l’Italia per ripartire. Il professor Draghi ha posto il tema del turismo e delle imprese del turismo al centro della ripartenza: il 13 per cento della ricchezza nazionale.
Noi non poniamo condizioni, faccio questa premessa. Leggiamo sui giornali che altri partiti pongono condizioni, veti, “con la Lega no”, “con Salvini no”, “con i sovranisti no”. Noi non abbiamo posto condizioni, né su persone né su idee né su movimenti.
E’ un momento in cui l’interesse del paese deve superare l’interesse personale o partitico. Come diciamo da settimane, stiamo vivendo una crisi figlia del caos all’interno della maggioranza uscente, e cerchiamo di porre delle soluzioni. Mettendo al centro lo sviluppo. E devo dire che questa è stata la maggior sintonia della mezzora di colloquio: soldi alle imprese, lavoro e non assistenza o beneficenza. Lavoro per quel che riguarda la Lega significa impegno a non aumentare alcuna tassa. Ovviamente possiamo metterci a disposizione di una squadra, di un governo che si pone come obiettivo primario di tagliare tasse e tagliare burocrazia. Di questo abbiamo parlato con il professor Draghi, quindi nessuna idea di patrimoniale, tasse sui conti correnti, aumento delle tasse sulla casa. Anzi, semmai una pace fiscale, per aiutare i cittadini e le imprese a respirare e lo stato a incassare. Molto tempo lo abbiamo impegnato parlando di sviluppo, di crescita, di cantieri. Pensiamo che la ripartenza dell’edilizia e delle opere pubbliche sia fondamentale per ridare lavoro. E quindi dalla Tav al ponte sullo Stretto di Messina, dalla Tirreno-Brennero alla Roma-Latina, alla dorsale adriatica, alla Pedemontana, a tutte le infrastrutture, allo sviluppo dei porti: da quello di Gioia Tauro a quello di Trieste. Su questo penso che ci sia una sensibilità comune. Sviluppo, cantieri, lavoro e imprese, compatibili con la tutela dell’ambiente. E anche su questo penso che la sensibilità sia comune: difesa dell’ambiente, green economy, energia pulita, aria pulita, ma senza ideologie. Gli pseudoambientalisti da salotto che pensano che la plastic-tax aiuti l’ambiente sicuramente non fanno l’interesse dei nostri figli.
Per quel che riguarda la salute degli italiani, è una priorità che non è politica, partitica, ma di tutti. Pienamente disponibili a lavorare e collaborare, senza i ritardi, gli scivoloni, le manchevolezze che in diversi casi abbiamo visto e vissuto negli ultimi mesi, che riguardano ancora oggi il sistema sanitario italiano. Vaccini e medici promessi che non arrivano. Più che spendere altre centinaia di milioni di euro per primule o padiglioni o capannoni nel deserto, aiutare medici e infermieri, farmacisti, il personale sanitario, la Protezione civile a fare il loro lavoro sarebbe nell’interesse di tutti.
Abbiamo parlato di Europa, perché qualcuno prova a dire no alla Lega sventolando la bandiera di un europeismo privo di contenuti. Abbiamo fatto due esempi molto concreti al professor Draghi: noi siamo in Europa, i nostri figli crescono in Europa. Non penso che né De Gasperi né De Gaulle quando partirono con la loro avventura pensassero all’Europa della direttiva Bolkestein, per fare un esempio. Qui non si tratta di essere europeisti o antieuropeisti. Se c’è da difendere l’interesse nazionale italiano, un’azienda italiana, se c’è da difendere una spiaggia italiana, il mare italiano, l’agricoltura italiana, noi vogliamo far parte di un governo che vada a Bruxelles a trattare a testa alta nel nome dell’interesse nazionale. E su questo penso che la condivisione sia assolutamente totale.
Ovviamente abbiamo parlato anche di alleanze internazionali – visti gli scivoloni di alcuni politici –: una collocazione atlantica, un’amicizia con gli Stati Uniti, con Israele, con i paesi democratici dell’occidente libero e sviluppato. Mantenendo buone relazioni con tutti.
Un’ultima riflessione, alimentata dal professor Draghi, e da noi assolutamente condivisa e sostenuta. Quella di una necessità di tornare a vivere. Questi mesi di chiusure, di dpcm, di paure, di distanze, portano a un’alienazione, a una depressione, a un abuso di psicofarmaci, a un utilizzo di droghe. A un incremento di povertà, penso ai genitori separati. Vorremmo che il governo che nascerà, se nascerà, sia il governo della ripartenza, della rinascita, della riapertura. Domani cominciano i Mondiali di sci a Cortina, chiusi, ecco ci piacerebbe che l’Italia con tutte le cautele del caso e le distanze, le prudenze, tornasse a riaprire. Tornassero a riaprire i negozi, i bar, i ristoranti, le palestre, le piscine, i cinema, i teatri, gli impianti sportivi. Perché altrimenti sarà un problema non solo economico, ma sociale, culturale e anche sanitario. Perché una chiusura a oltranza poi porta a un disagio che si ripercuote nell’aumento delle violenze domestiche, della rabbia, della litigiosità. Il sole di oggi penso e spero che sia di buon auspicio. Oggi è Santa Dorotea, e quindi… Noi siamo a disposizione. Abbiamo detto al professor Draghi: la Lega è la prima forza politica del paese. Sono 131 deputati, 63 senatori. Sono governatori in tutta Italia, migliaia di sindaci. E’ una forza che dove governa lo fa con ottimi risultati. A differenza di altri non riteniamo che in questo momento si possa andare avanti solo a colpi di no.
Anticipo, se ci saranno domande su Grillo, su Conte, sulla Boldrini, sul Pd: noi siamo diversi, nel senso che non abbiamo pregiudizi. Perché quello di cui abbiamo parlato con il professor Draghi è il futuro dei nostri figli. Quando abbiamo parlato dell’utilizzo corretto dei fondi europei, un utilizzo fondato sul lavoro e sullo sviluppo, non sui fondi a pioggia, sull’assistenza e sul calcolo elettorale, visto che quei fondi europei vanno utilizzati e rendicontati entro il 2026 e restituiti entro il 2056, non sono i fondi europei di Salvini, di Zingaretti, di Grillo o di qualcun altro. Sono i fondi europei dei nostri figli. E quindi sentire qualcuno come il professor Draghi parlare di sviluppo, di rilancio, di crescita, di infrastrutture, di innovazione, di lavoro e non di mance, ci ha assolutamente confortato.