De Petris: "Abbiamo un dibattito nel gruppo ma siamo qui insieme". Fassina: "No a maggioranze Ursula" (vorrebbe sia Salvini sia Meloni per un governo di scopo). Fratoianni: "Con la Lega non si può" e "non abbiamo deciso". Muroni: "Partiamo da una sconfitta politica. Draghi sa come scrivere un Recovery in linea con il Green Deal. Da deputata voterò squadra e programma".
Era dai tempi de “L’altra Europa con Tsipras”, quando ci si interrogava sull’animo felice ma triste dell’uomo di sinistra nei video de “Il Terzo segreto di Satira”, che non capitavano giornate di simile dubbio e tormento, nelle formazioni politiche della sinistra-a-sinistra del Pd. Formazioni che ieri avevano altri nomi e simboli e oggi vanno sotto il nome di LeU, sigla unitaria per due (Articolo 1 e Sinistra Italiana). E se la natura bifronte, nei mesi di governo Conte rossogiallo, non si era manifestata come tale, tanto più avendo al governo il segretario nazionale di Articolo 1 Roberto Speranza, per giunta nelle vesti di ministro della Salute, ora, nell’anticamera del governo Draghi, l’essere uni e bini interroga le coscienze.
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