Son tutti lì ad aspettare che parli: "Vediamo in pubblico cosa dirà". Perché per ora Mario Draghi, ai partiti, ha trasmesso confidenze ovattate, l'ossequio a un codice da cerimoniale. Congedando la gran parte delle delegazioni con fare cortese, chiosa laconica: "Ci vediamo in Parlamento". Di dichiarazioni pubbliche, in effetti, n'è rimasto solo l'innesco, più di una settimana addietro: quel "sono fiducioso che dal confronto con i partiti e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e, con essa, la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all'appello del Presidente della Repubblica". Poi solo schegge raccolte e riassemblate, frammenti di un discorso draghiano che poco a poco è finito ad aggiornare i manuali del retroscenismo politico italiano.
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