La vera rivoluzione del metodo Draghi va individuata concentrando l’attenzione non su quanto durerà il governo (il retroscenismo avrà vita difficile con questo esecutivo), ma su cosa vuol dire per un paese come l’Italia iniziare a mettere da parte le discussioni sul vincolo esterno (ovvero l’Europa) e cominciare così a occuparsi del più urgente vincolo interno (i vizi del paese)
In attesa di capire se quello che verrà sarà davvero il governo degli ottimati, la giornata politica di ieri ci ha offerto molte ragioni per credere che la stagione di Mario Draghi sarà certamente la stagione dell’ottimismo, e forse persino del buon umore. Lo sarà per le ovvie questioni politiche, per gli splendidi incroci tra Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, per i favolosi intrecci tra Nicola Zingaretti e Matteo Salvini e lo sarà perché avere la stragrande maggioranza delle forze politiche italiane pronta a rinunciare a qualcosa per far fare un passo avanti al proprio paese è uno spettacolo unico che in questo momento storico nessun’altra nazione europea è forse in grado di rivendicare.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE