Chi è Cristina Messa, nuovo ministro per l'Università
Ex rettrice della Bicocca, sostenitrice delle competenze “trasversali e personali". Il sapere “al centro dello sviluppo” è il suo faro
La scuola che ancora galleggia tra ripresa e Dad, e il ministro Gaetano Manfredi che cede il testimone dell'Università a una figura tecnica esperta: Cristina Messa, studi negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, laurea in Medicina e Chirurgia e specialità in Medicina nucleare presso l’Università degli Studi di Milano. Sorte vuole che Messa – presagio? – qualche giorno fa, su Twitter, diffondesse la notizia dell’inaugurazione di una mostra sulle grandi scienziate italiane, con i volti e le loro storie, una mostra per “superare i pregiudizi nella pratica scientifica”.
E chissà se quella mostra ha portato fortuna a lei, Messa, già rettrice dell’Università Milano Bicocca dal 2013 al 2019, ricercatrice al San Raffaele di Milano, direttrice dell’unità operativa complessa di Medicina nucleare presso l’Ospedale San Gerardo di Monza (dal 2005 al 2012) e del Centro Bioimmagini e Fisiologia molecolare (parte della Fondazione Technomed dell’Università di Milano-Bicocca, delegata Miur nel programma Horizon 2020).
Nel 2014 Messa ha ricevuto il “Premio Marisa Bellisario - Donne ad Alta quota” per “donne che si distinguono per la loro professionalità nei campi del management, delle scienze, economia e attività sociali, sia a livello nazionale che internazionale”. Capelli corti, sorriso da “Hermione Granger di Harry Potter” – così scherza chi la conosce – Messa vanta, negli anni della Bicocca, l’implementazione della “fabbrica della conoscenza”.
È sposata con un farmacologo, ha due figli e ha cercato, negli anni della Bicocca, di favorire lo “stile da campus americano”, con lezioni di “imprenditorialità”. “Per vincere la sfida del futuro”, diceva Messa nel 2018, “Milano può contare su un sistema universitario solido, collocato in aree strategicamente differenti”.
Messa (coinvolta anni fa da Matteo Renzi, ai tempi del suo governo, nell’Human Technopole) è sostenitrice delle competenze “trasversali e personali”, le cosiddette soft skills, quelle che permettono di fare il salto nel mondo del lavoro. Negli anni della Bicocca, ha anche lanciato vari progetti di crowdfunding e ha sostenuto l’idea delle “finestre intelligenti” della conoscenza, luoghi di interscambio tra atenei, territorio e impresa. Piccolo particolare: Roberto Maroni l’ha cooptata nel “dream team” di lavoro per la trattativa Lombardia-stato sull’Autonomia. Andrà d’accordo anche con la Lega? Il sapere “al centro dello sviluppo” è il suo faro, chissà oggi come lo declinerà.