Contro-passato prossimo
E se con Draghi tornasse Enrico Letta?
Entra anche lui nel totoministri. Il fuoriuscito di talento
Nel totoministri entra pure il nome di Enrico Letta, l'ex premier che lasciò la campanella a Matteo Renzi. Anche se si rivelerà una fantasia è di certo la meno prevista
Contro-passato prossimo. E se tornasse Enrico Letta? Pugnalato da Matteo Renzi (“ma non sono stato io! Come ve lo devo dire”), docente in Francia a Sciences Po (che non se la passa proprio bene), in rigoroso silenzio (a volte però parla, ma pochissimo). La novità? In quel cavanserraglio che è il totoministri, il genere giornalistico più vicino all’oroscopo, entra anche il suo nome. Oggi sono due righe sul Corriere della Sera. E’ tuttavia la diceria, insomma il venticello.
Da quando è suonata per lui la campanella (ricordate la fotografia icona?) ha scelto di cambiare mestiere. Ha lasciato l’Italia. In verità, negli ultimi mesi, è tornato a Roma. Lo hanno avvistato. E’ il fuoriuscito di classe che ha continuato a fare politica ma in classe. E’ insieme a Paolo Gentiloni, che è commissario europeo, l’altro italiano modello Draghi. Si cerca di dire che è stimato nelle cancellerie, stimato per la sua breve esperienza da premier. Se è il governo dei migliori perché non un migliore in congedo, il riservista di talento?
E si capisce che se Draghi dovesse indicarlo sarebbe l’inatteso per Matteo Renzi. Come si sa, il leader di Iv ha spiegato al Nyt il suo capolavoro. E ha ragione lui. Se entra al governo Enrico Letta verrebbe finalmente riparato un torto. Se Renzi è Machiavelli (ha detto che si è ispirato a lui per fare cadere Giuseppe Conte), Draghi rischia di essere un super Machiavelli. Quanto aveva ragione il Conte di Montecristo. In politica vale il suo insegnamento: “Attendere e sperare”. Anche se quella di Letta potrebbe rivelarsi una fantasia è pur sempre la meno prevista da tutti quelli che avevano previsto tutto.