Giornali, editoria e talk. Il reset di Draghi vale per la politica, ma vale anche per chi la politica la racconta
Le intese molto larghe sono un'occasione d'oro per scegliere: servono nuove ragioni di indignazione o servono finalmente nuovi modelli di informazione?
In assenza di veline, di spin, di tweet, di post, di like, di scazzi, di divisioni, di scissioni e probabilmente di polemiche, i protagonisti della piazza mediatica almeno per un po’ dovranno trovare un modo per reinventare se stessi e per cambiare schema.
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Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.