“Prima facciamo il governo, poi si discute”, ci dice un autorevole dirigente del Pd, descrivendo bene lo stato d’animo del partito di Nicola Zingaretti, nel quale abbonda lo scontento, sepolto da un dissimulato unanimismo destinato col tempo a evaporare. I fronti sono molti. C’è la questione congressuale, ormai aperta con l’ultima direzione nazionale, quella che ha dato il via libera al governo Draghi. Base Riformista, per ora, non va all’attacco frontale. Anche perché prima c’è da dare la fiducia al governo. Gli argomenti di discussione però non mancano. Come il caso Conte, la cui candidatura a Siena è tutt’altro che tramontata. I vertici di Br lo vorrebbero, semmai, candidato sindaco a Roma e ieri sera s’è svolta la direzione regionale del Pd toscano per “respingere” – dicono da Firenze con uso eloquente delle parole, prima dell’inizio del vertice – lo sbarco di Conte nella città del Palio. Simona Bonafè, la segretaria del Pd toscano, è molto arrabbiata con Roma per certe sortite, anche se nel partito c’è chi sarebbe a favore del Conte senese. Dal suo vicesegretario Valerio Fabiani all’ex presidente della Regione Enrico Rossi.
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