L'ex premier ha rinunciato a un ministero e attende Giggino al varco del terzo mandato. Crimi se la intende con Zingaretti e serra le file. La scissione al Senato non c'è, ma tra i grillini già si litiga per i 15 posti da sottosegretari
Forse capendo che governare il caos è inutile, non solo difficile, Giuseppe Conte se n’è lavato le mani. Rocco Casalino continuava a incalzarlo (“Guarda che un posto da ministro non possono negartelo”), e lui già pensava alla sua cattedra di Firenze. “Del resto - diceva - per pensare alla guida del M5s, vanno rispettate delle regole”. E soprattutto a una, pensava, il fu avvocato del popolo: quella del limite dei due mandati. A tempo debito, dunque, la sfida interna con Luigi Di Maio si svolgerà ad armi impari.
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