Impeccabile. Impenetrabile. Come un discorso indiretto, in terza persona, e chi ha letto il Bellum Gallicum sa di che cosa parlo. Ho sempre avuto il mito dell’impenetrabilità. Volevo esserlo e mio padre, con una tenerezza ridente che non ho mai più ritrovato nella vita, mi sconsigliava di coltivare quell’ambizione. Di me si vede tutto e il residuo del tutto. Di Mario Draghi si vede solo quello che decide di far vedere, e si ascolta in un italiano magistrale, asciutto, pulito senza ostentazione, soltanto, esclusivamente quello che intende esprimere in quel momento. Nella dissipazione si può dissimulare, eludere, sviare con il paradosso e il sofisma, cose che capitano agli irresponsabili che chiacchierano e scribacchiano, ma nella continenza del funzionario e dello statista si realizzano la responsabilità, il dovere di essere sinceri nell’efficacia.
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