Roma. Chi ha memoria della profezia sul M5s, “partito biodegradabile”, si appunti l’inizio di questo processo. L’istante in cui Nicola Morra, che ha appena negato la fiducia al governo Draghi, esce da Palazzo Madama alla mezzanotte di mercoledì con le palpebre umettate e confessa che “è una situazione che non mi mette a mio agio, ma ci sono momenti in cui bisogna anche rimanere soli. Dovrò riflettere, mi sento cinque stelle nel sangue e nel midollo”. Poco meno di dieci ore più tardi l’epilogo: Vito Crimi comunica l’espulsione del presidente della commissione Antimafia e degli altri 14 senatori che hanno votato in dissenso, perché “sono venuti meno all’impegno del portavoce del Movimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti”. Un tentativo disperato di dissuadere chi alla Camera vorrà emularli. Tentativo non proprio riuscito, visti i no a Montecitorio.
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