Per la seconda settimana consecutiva niente conferenza stampa del Commissario straordinario Domenico Arcuri, quella in cui venivano snocciolate le cifre sulla pandemia e sulla campagna di vaccinazione. L’ultima risale al 5 febbraio, quando il presidente Sergio Mattarella aveva appena affidato a Mario Draghi l’incarico per formare un nuovo governo. La settimana successiva, il 12 febbraio, l’appuntamento è stato rinviato per “rispetto istituzionale”, poiché Draghi avrebbe dovuto presentare la lista dei ministri. Una motivazione poco comprensibile, visto che nel frattempo si sono regolarmente svolte le conferenze stampa dell’Istituto superiore di sanità. Ieri l’incontro con la stampa di Arcuri è saltato di nuovo, e stavolta non si conosce il motivo.
Una volta Arcuri era onnipresente, dichiarazioni, incontri con i giornalisti, interviste, apparizioni televisive (da Fabio Fazio a Lucia Annunziata passando per Barbara D’Urso): su base quotidiana informava i cittadini, esprimeva le sue opinioni sul carattere degli italiani, dichiarava guerra alle multinazionali, rispondeva alle critiche dei giornalisti. Il commissario era il volto pubblico dello stato nell’emergenza ed era diventato anche lo stratega della comunicazione sui vaccini, ideando la “campagna identitaria” con tanto di slogan (“l’Italia rinasce con un fiore”), logo (il fiore fucsia) e “luoghi evocativi” (i padiglioni vaccinali a forma di primula, appunto). Ora, invece, c’è solo quiete. Arcuri non compare né comunica.
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