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Sardine in confusione: "Speriamo che il Pd sia perno della ricostruzione ma ci aspettavamo più coinvolgimento"

"Il governo Draghi? Facciamo fatica a valutarlo: le premesse sono buone ma alcuni vecchi nomi fanno venire mal di pancia", dice Mattia Santori. E su Salvini: "Un lupo tra gli agnelli. Il governo farà cambiare idea al leder leghista o viceversa?"

Roberta Benvenuto

"Costruiamo un futuro perché si possa avere una famiglia con  un'identità propria che possa costruire invece di criticare"

"Il governo Draghi? Facciamo fatica a valutarlo: sulle premesse c'è grande fibrillazione ma alcuni vecchi nomi — Gelmini, Brunetta, Carfagna, Giorgetti... —  fanno venire mal di pancia", dice Mattia Santori, alla consegna delle 160mila firme per la cittadinanza italiana a Patrick Zaki in piazza Montecitorio. Il leader delle Sardine, arrivato apposta da Bologna, dice che "la confusione regna sovrana nel campo progressista". Confusione alla quale anche le Sardine non sono immuni. "Speravamo - dice Santori - che il Pd fosse il perno di questa Ricostruzione", come l'ha chiamata Mario Draghi nel suo discorso al Senato. "Ci speriamo ancora ma siamo sempre più disillusi. Continuiamo a osservare i fatti. Abbiamo il vantaggio e lo svantaggio di fare politica dal basso, ci muoviamo anche senza i riflettori. Non saremmo credibili se ci trasformassimo in un partito ma ci aspettavamo più coinvolgimento da parte della politica, alla quale abbiamo fatto un grande assist". E sul leader della Lega, vero grande collante della protesta delle Sardine: "È un lupo tra gli agnelli. Il governo farà cambiare idea a Matteo Salvini o viceversa? Il Pd però non aveva grandi alternative, la responsabilità ora è dare una risposta all'emergenza, ma chiediamo di costruire un'alternativa perché fra due, tre, quattro anni non ci si ritrovi ancora in un'alleanza come questa". E conclude: "Costruiamo un futuro perché si possa avere una famiglia con  un'identità propria che possa costruire invece di criticare".