Al Consiglio europeo il premier media tra Stoltenberg e il presidente francese: "Sì alla difesa comune eruopea, ma in sintonia con l'alleanza atlantica". La rinnovata intesa tra Palazzo Chigi e la Casa Bianca. La nomina di Gabrielli e i possibili cambiamenti ai vertici dei servizi
Le coincidenze, certo, aiutano. La Brexit che si consuma, l’arrivo di Joe Biden, la Merkel che cede il passo dopo sedici anni. E però questa congiunzione degli astri testimonia di come forse non tutto sia stato casuale, nell’apparente insensatezza della crisi di fine anno. E infatti quando Mario Draghi, ieri mattina, ha preso la parola durante il Consiglio europeo dedicato alla Difesa, ha detto proprio quello che Jens Stoltenberg s’attendeva: e cioè che “il percorso di costruzione di un’autonomia strategica dell’Ue deve essere declinato in complementarità con la Nato, anche alla luce del rinnovato impegno transatlantico della nuova Amministrazione Usa”. Parole non proprio di maniera, quelle di Draghi. Visto che subito prima di lui, nella videoconferenza dei leader europei insieme al segretario generale della Nato, era intervenuto Emmanuel Macron a ribadire l’impegno europeo ad “agire in modo autonomo” su difesa e sicurezza. Vecchia fissazione, quella del presidente francese, che s’è spinto forse là dove nessuno, negli ultimi decenni, aveva osato, dall’Eliseo: fino, cioè, a diagnosticare la “morte cerebrale” della Nato, nel novembre 2019, quando la rielezione di Donald Trump pareva scontata.
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