Chi vuole il privato, si aiuti col pubblico. Chi vuole il pubblico, governi da privato. Tutti oggi vogliono riformare il capitalismo, con il socialismo di stato non era possibile riforma alcuna, perché la polizia politica non si lascia mai riformare, ma con i mercati tutto è possibile
Ci voleva Natalino Irti, grandissimo giurista e liberale storico del gruppo del Mondo, naturalmente amico di mio nonno Mario, per rimettere in riga i libbberali. Un pezzo eccellente pubblicato ieri sul Sole 24 Ore, segnalatomi da quel talento che è @nomfup su Twitter, mette le cose a posto ripartendo da “La crisi sociale del nostro tempo” di Wilhelm Röpke, un saggio del 1942 sulla terza via, sul liberalsocialismo o socialismo liberale, con agganci verso l’ordoliberismo e intrecci con le celebri polemiche tra Croce e Einaudi. Ora che Di Maio è diventato liberale, ora che il Pd si avvia al congresso per fissare un’alleanza più o meno strategica con l’avvocato Bisconte e con il doktor Grillus, ora è il momento di rispolverare questo gioiello di famiglia caro come un ninnolo a tutti i liberali intinti di socialismo, e viceversa. Non citerò Guido Calogero e altri, perché non voglio mandare in confusione Fraccaro, Casalino e Mario Tronti, ma è da lì che bisogna ripartire, governo Draghi di mercato e di stato aiutando, Europa spendacciona postausterità incrementando gli aiuti eccetera.
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