Francesco Paolo Figliuolo e il triumvirato potentino al governo
Il nuovo commissario straordinario ha una cosa in comune con i due ministri con cui lavorerà per gestire l'emergenza, Roberto Speranza e Luciana Lamorgese: la città di nascita. E chi nasce a Potenza, di salite ardite ne sa qualcosa
Francesco Paolo Figliuolo, il nuovo commissario straordinario per l’emergenza Covid scelto da Mario Draghi in sostituzione di Domenico Arcuri, è un generale di Corpo d’Armata plurilaureato, Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, commendatore al Merito della Repubblica italiana, istruttore militare di sci e nuoto, grande lettore, bispadre, marito, alpino, potentino. Soprattutto potentino. Come Roberto Speranza, ministro della Salute, e Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno, che tra i riconfermati dell’ex governo Conte sono quelli che hanno mantenuto le cariche più importanti e, in un momento come questo, decisive. E’ una contiguità casuale, naturalmente, e tuttavia è affascinante che le tre alte cariche che più da vicino si occuperanno di gestire l’emergenza sanitaria vengano dalla stessa città e che quella città non sia Roma e neppure Milano. S’è composto un triumvirato potentino che, visto dal basso, cioè dal sud, fa un pochino piacere, perché forse (forse) archivierà l’eredità di Emilio Colombo, che i Pittella non hanno mai davvero rimosso, e ai quali certamente Speranza è più vicino rispetto a Lamorgese.
A sparigliare tutto, potrebbe essere Figliuolo, che in posa non formale ha persino qualcosa di Banderas (fateci sognare), ma in verità non assomiglia che a un rigoroso militare, la sola figura che, quando prende in gestione qualcosa, riesce a rassicurare ed entusiasmare gli italiani, che pure lamentano sempre il rischio di deriva autoritaria.
Figliuolo potrebbe levare il Pittella e il Colombo che sono dentro Speranza e lasciar splendere, in lui, la Lucania operosa.
Venendo poi al dato antropologico, è anch’esso affascinante. Il potentino è un lucano senza tracce levantine, quindi non è un basilisco, e pure se volge verso il campano, non ne ha quasi nulla, poiché è montanaro e quindi ha carattere a sé. I potentini vanno in montagna anche quando vanno al mare, essendo la costa a loro più vicina quella di Maratea, frammento cilentano, pertanto di salite ardite ne sanno qualcosa. O almeno speriamo.