Marco Minniti (foto Ansa)

editoriali

Le caste girevoli

redazione

Da Minniti a Padoan. La politica che fa curriculum è una bella notizia

Evviva le porte girevoli, anzi, di più, evviva le caste girevoli. Marco Minniti va a lavorare per Leonardo, alla guida della fondazione creata per sviluppare rapporti tecnologici e commerciali (sì, commerciali) in mezzo mondo, dal Mediterraneo all’estremo oriente. Maurizio Martina è già insediato alla Fao come vicedirettore. Pier Carlo Padoan si era spostato già prima, andando a presiedere Unicredit. Piovono critiche dal fronte moralista, ma si fa fatica, davvero, anche con tutta la comprensione, a vederne le ragioni. L’ultimo a muoversi, il citato Minniti, si intende e molto dei mercati e dei prodotti di cui è chiamato a occuparsi. E Leonardo è una quotata, con ampi spazi di controllo interno sulle decisioni. Quello che è sotto i nostri occhi, invece, è un sano, auspicabile, positivo, ricambio tra posizioni di potere.

 

Contro la casta, invece del moralismo, è meglio scatenare il pluralismo. Tante caste, in concorrenza, o con ruoli scambiabili, così nessuno mette troppo le radici e nessuno crea feudi – per i magistrati, si sa, il discorso è ovviamente diverso. Mentre non c’è alcuna ragione logica per pensare che chi cambia tipo di impegno sia più propenso alla corruzione rispetto a chi fa la stessa cosa per tutta la vita, anzi, si direbbe il contrario. I cittadini hanno solo da guadagnare con qualche contaminazione della politica e dei politici. Immaginiamo stage di una certa utilità, in cui i confindustriali, che gridano “fate presto”, per un po’ vanno a fare i ministri, e i politici, che gridano “fate utili, fate assunzioni”, vanno invece un po’ a vedere che vuol dire guidare un’azienda. I dirigenti delle grandi organizzazioni internazionali danno la linea un po’ dall’alto, forse migliorerebbero provando a fare gli assessori alla Sanità, e viceversa. Ironie a parte un dato di fatto resta: chi ama la politica non può che rallegrarsi del fatto che a certi livelli la politica non sia solo un modo per essere piazzati in qualche azienda ma sia diventata anche una professione che fa un buon curriculum. E che curriculum.

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