I progetti dell'avvocato
Il Conte verde. Pronto un manifesto ambientalista. Come Joschka Fischer
Fra Grillo e Casaleggio, cerca la via ambientale
E' costretto a reinventarsi dopo le dimissioni di Zingaretti. Perde il suo sostegno. Che farà? I consigli di Pecoraro Scanio, la spinta di Beppe Grillo, il sabotaggio di Casaleggio. I progetti di Conte. Piantare alberi
Roma. Ora che Nicola Zingaretti non è più il riferimento del Pd, Giuseppe Conte è ancora un riferimento progressista? Non si è dimesso solo il segretario che più lo ha sostenuto ma potrebbe venire a mancare tutta la costruzione che lo vedeva protagonista. Con Zingaretti era federatore di un’alleanza. Senza Zingaretti è un leader ridimensionato. Lo ha salutato così: “Le sue dimissioni non mi lasciano indifferente. Rimango dispiaciuto per questa sua decisione evidentemente sofferta”.
Ritornato a Firenze da professore, incaricato da Beppe Grillo di rifondare il movimento, alle prese con i contenziosi dei fuoriusciti, in realtà, l’ex premier si immagina presidente verde, un Joschka Fischer all’italiana. E’ vero che Grillo ha puntato tutto su di lui, che Luigi Di Maio ha accettato senza dubbio la sua incoronazione, ma le varianti dello statuto sono così tante, il sabotaggio di Davide Casaleggio incessante, motivo per cui è meglio trovare una via originale e ambientalista. Raccontano che da quando ha avuto modo di studiare tutti gli atti notarili, lo zibaldone che negli anni il movimento ha generato, l’ex premier si sia lamentato sorridendo: “Ma così torno a fare l’avvocato!”.
Ieri, si fa per dire, sul blog del M5s è apparso uno dei tanti post a firma associazione Rousseau (alias Casaleggio) in cui veniva comunicato quello che ai parlamentari 5s è apparso come una specie di putsch, un colpettino di stato. Il 10 marzo, avviso, nasce “il manifesto Controvento” perché “non è il momento di accontentarsi. Non è più tempo di limitare l’immaginazione”. In pratica un sottomovimento che dovrebbe radunare gli scissionisti per Draghi. Il primo ad aderire è stato infatti il senatore Elio Lanutti. Insomma, un vero e proprio documento di rigenerazione anche se non si è capito per conto di chi dato che, poche ore dopo, sul suo blog, Grillo rispondeva al fuoco amico con “Italia MiTe”, un’Italia tutta verde usata come immagine e la solita citazione statunitense, questa volta del professore Antony Patt.
Ieri nel M5s era tutta una cavalleria rusticana di manifesti. Quello del fondatore, lungo e dotto, voleva essere una carezza a Conte che per primo ha parlato di transizione ecologica. Chi lo ricorda? Lo ha promesso nel famigerato discorso del banchetto quando ha ragionato di “alleanza per lo sviluppo sostenibile”. E che la sua non fosse una fantasia di fine mandato lo attesta quell’assiduo scambio di opinioni con Alfonso Pecorario Scanio che dei Verdi è sicuramente stato il volto simpatico, l’ultimo ministro “colorato”. I due si confrontano sin da quando l’ex premier ha sottoscritto una delle sue petizioni per la riforestazione.
Pecoraro Scanio è noto per essere anche un vecchio zio del M5s. Nel 2018 aveva definito “il M5s come il partito più ambientalista d’Europa”. Più volte è stato ricevuto a Palazzo Chigi nella sua veste di presidente della Fondazione Univerde. E’ ultimo esponente del cantiere ambiente che in Italia si dissolve e rinasce, quella chimera che ciclicamente si cerca di replicare sul modello dei Verdi tedeschi, i Grünen,
In passato, Conte aveva avuto interlocuzioni con Ermete Realacci. Non è solo un (altro) uomo dalla sensibilità ecologica ma un collegamento con il mondo della solidarietà e del cattolicesimo. E’ una panna che l’avvocato intende in futuro montare. Assicurano che manca poco ma che presto presenterà il suo “manifesto verde” e che i libri di riferimento siano sempre quelli che Grillo tiene in libreria. Si tratta dell’economista e saggista, Jeremy Rifkin, che è consulente (di nuovo) della fondazione di Pecoraro Scanio.
Nella testa di Conte, il “verde” non deve però essere declinato in maniera manichea. Nel suo pantheon non c’è Greta Thunberg che ha un approccio “troppo rigido e divisivo”. Rocco Casalino, interrogato, dice non saperne niente, motivo in più per credere che il progetto è in fase avanzata. Riccardo Fraccaro che nell’ultimo anno è stato sottosegretario alla presidenza, l’uomo di movimento più vicino a Conte, ancora ieri difendeva la “clausola verde”, la richiesta all’Europa di scorporare gli investimenti sostenibili dal “deficit pubblico”.
Ci sono dei satelliti in parlamento che si potrebbero facilmente aggregare. Uno è di sicuro l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che è ancora molto stimato dalla base del M5s. Altra è l’ex Leu, Rossella Muroni, che è passata al Gruppo misto e che già dialoga con Fioramonti e con Alessandro Fusacchia. Non è ancora trascorso un mese da quando Conte telefonava ad Angela Merkel. Con Zingaretti si immaginava il nuovo Prodi. Con Grillo pianterà alberi.