Quello dei sottosegretari del M5s nel governo di Mario Draghi è il contrappasso perfetto. La dimostrazione più potente della normalizzazione del grillismo. Il tutto screenshot alla mano. E sì, perché non c'è solo l'ineffabile Carlo Sibilia, i cui tweet del 2017 sono stati smascherati dal Foglio. Sibilia, riconfermato al Viminale, avrebbe voluto arrestare Draghi, definendolo poco simpaticamente "bankster", con un improbabile mashup linguistico tra le parole bank e gangster. Nell'antologia delle vecchie pepite dei grillini di sottogoverno, non poteva mancare Laura Castelli. Ex barricadera No-Tav, già pentastellata ortodossa, ora campionessa dei cosiddetti governisti. Al Ministero dell'Economia nel Conte uno, nel Conte due e con Draghi. L'ex governatore della Bce che anche per lei era come la criptonite. Anzi, peggio. Da sempre interessata ai temi economici, Castelli già nel 2015 si avventurava in dissertazioni sui contratti per i derivati sottoscritti dal dipartimento del Tesoro negli anni '90.
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