editoriali
I furbetti sono all'Inps
E i bonus? L’istituto di Tridico ha violato la privacy che diceva di garantire
Ricordate la famosa polemica sui “furbetti” – ormai la parola più abusata insieme a “resilienza” – del bonus 600 euro? Dopo mesi di feroci polemiche e caccia ai politici che avevano, in molti casi inopportunamente, richiesto l’indennizzo riservato alle partite Iva a causa della crisi Covid, si scopre che in quella vicenda l’unica cosa contraria alle norme l’aveva fatta l’Inps. Il Garante per la Privacy ha imposto all’Istituto una sanzione da 300 mila euro “in relazione alle violazioni commesse nell’ambito degli accertamenti antifrode effettuati dall’Istituto riguardo al bonus Covid per le partite Iva”. Nel fare quei controlli, l’Inps non ha definito i criteri per trattare i dati di specifiche categorie, ha fatto uso di “informazioni non necessarie rispetto alle finalità di controllo”, oltre che una “inadeguata valutazione dei rischi per la privacy”.
In sostanza, l’agenzia pubblica si è messa ad acquisire dati di decine di migliaia di persone che ricoprono incarichi di carattere politico e ha fatto le sue elaborazioni senza però “aver prima determinato se ai parlamentari e agli amministratori regionali o locali spettasse o meno tale beneficio”. Così l’Inps ha violato “i principi di liceità, correttezza e trasparenza stabiliti dal Regolamento Ue in materia di protezione dei dati personali”. Eppure in audizione in Parlamento, rispondendo alle critiche, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico disse: “Cari signori deputati: non guardiamo il dito, guardate la luna. Guardiamo i problemi di questo Paese e non il dito che ce li indica”. Aggiungendo che “l’Istituto garantisce la privacy”. Ora emerge che il problema era proprio il dito e non la luna, visto che l’Inps ha esattamente violato la privacy che diceva di garantire. Con l’aggiunta di una beffa: a pagare la sanzione da 300 mila euro saranno i contribuenti dell’Inps, e cioè proprio le vittime della violazione dei dati personali dell’Istituto presieduto da Tridico.
L'editoriale dell'elefantino