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Virginia Raggi prova a giocarsi la carta Roma smart city

Gianluca De Rosa

La Capitale ha fatto passi in avanti in termini d'innovazione, ma c'è molto ancora da fare. I progetti completati, quelli da mettere in cantiere e le quattro vie per (r)innovare la città

Virginia Raggi si gioca tutte le sue carte, oggi in pochi minuti ne ha calata una quanto mai attuale e, allo stesso tempo, quanto mai fumosa: il piano Roma smart cities. Forte dei passi avanti fatti dalla Capitale nelle classifiche che riassumono i risultati delle città in termine d’innovazione – l’Icity rank di Forum Pa ha visto Roma nel 2020 avanzare di undici posizioni passando dal 15esimo al 4° posto, dietro solo a Firenze, Milano e Bologna – Raggi ha voluto presentare il piano approvato che contiene 81 progetti finanziati con 200 milioni (alcuni già realizzati, moltissimi ancora da realizzare) ideati in questi anni dal laboratorio per Roma smart city, istituto nel 2017 con una delibera per fare da raccordo tra amministrazione e cittadini in tema di trasformazione digitale. Con lei a presentare il piano c’era il presindere del laboratorio Leandro Aglieri.

 

“Vogliamo fare di Roma una vera smart city, una città che utilizza gli strumenti della digitalizzazione e dell’informatica per semplificare la vita dei cittadini, aumentare la partecipazione alla vita pubblica e far loro conoscere meglio i servizi che l’amministrazione offre, aumentando quindi accessibilità e trasparenza e semplificando i rapporti tra amministrazione e cittadini. La pandemia ha accelerato alcune delle trasformazioni che noi ritenevamo fondamentali”, ha detto la sindaca aprendo la conferenza stampa di presentazione.

   

Tra gli 81 progetti come ha ricordato la sindaca ci sono cose già fatte (come la possibilità di pagare i biglietti della metro ai tornelli direttamente con la carta di credito) e idee in corso di realizzazione. Gli ambiti di applicazione sono dieci: sicurezza, sviluppo economico, partecipazione culturale, trasformazione urbana, turismo, educazione e scuole, sociale, energia, ambiente e mobilità, trasversale. Quattro in particolar sono i progetti sui cui il Campidoglio ha voluto puntare. Si parte con Roma Data Platform, una piattaforma in grado di raccogliere, analizzare ed esporre i dati interni ed esterni relativi a Roma Capitale che saranno a disposizione di tutti. Ci sarà poi Star – acronimo per segnalazione e tracciamento delle anomalie sulle strade di Roma – realizzata con l’obiettivo di gestire in maniera più efficace e più efficiente i lavori di sorveglianza e pronto intervento sulle strade della Capitale, attraverso una mappatura delle strade da riasfaltare, con l'obiettivo di ottimizzare le spese, di pianificare gli interventi rendendoli più efficienti, risparmiando, questa è l’idea, fino a tre volte sul lungo periodo. E ancora, il progetto Life-Diademe: sensori intelligenti dell’illuminazione stradale per ridurre il consumo energetico del 30 per cento con benefici sull’inquinamento luminoso e su quello atmosferico. Si partirà con un test all’Eur dove saranno installati mille sensori. Più banale, ma se ben realizzato, non meno utile il progetto di installazione dei Qr code per la segnaletica turistica: 100 codici davanti ai siti di maggiore interesse storico-artistico della città da scansionare con lo smartphone (tecnologia o meno la differenza la faranno i contenuti caricati per raccontare quelle opere).

   

Il piano per Virginia Raggi e per il presidente Aglieri più che “un punto d’arrivo”, è “un punto di partenza”. “Quello che presentiamo oggi è quanto è stato fatto e quanto stiamo facendo, ma questo dovrà essere un piano vivente da integrare continuamente con i nuovi progetti”, ha ricordato quest’ultimo, sottolinendo come: “I fondi del Next generation Eu per il 30 per cento dovranno riguardare la trasformazione digitale e non c’è quindi dubbio che nel tempo il piano verrà costantemente aggiornato”. Anche perché agli ambiti inizialmente previsti con la pandemia se n’è aggiunto uno davvero fondamentale lo: smart working.

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